L’approccio della Psicopedagogia dello sviluppo allo spettro dell’autismo e ai disturbi pervasivi dello sviluppo
- si tratta di un ritardo dello sviluppo globale, bisogna ripartire dalle basi;
- i disturbi nella qualità della percezione sensoriale hanno un ruolo importante, occorre riorganizzare e indirizzare la sensorialità;
- la presenza di una forte disprassia frequentemente blocca le possibilità di comunicazione orale e scritta che possono essere aiutate con accorgimenti e stimoli mirati.
Penso sia molto importante distinguere i disturbi comunemente inseriti nello spettro dell’autismo in due gruppi.
Il bambino con autismo non sopporta la relazione interpersonale, non guarda in faccia, non sopporta il contenimento. Si tratta di un’importante ritardo nello sviluppo: manca la prima tappa dello sviluppo della relazione che solitamente viene acquisita all’età di due mesi. Proprio da qui occorre iniziare il percorso rieducativo che poi cercherà di ripercorrere le varie tappe di sviluppo e apprendimento.
I disturbi sensoriali di natura qualitativa sono importanti: al bambino arrivano troppe informazioni che lui fatica a controllare, ordinare e catalogare; occorre studiare stimoli mirati a riequilibrare la percezione e organizzare gli stimoli.
Un’importante lacuna, su cui occorrerà lavorare molto il prima possibile, è la mancanza della consapevolezza di Sé, evidenziabile dall’eloquio in terza persona: il bambino non dice “Io”.
Importanti disturbi sensoriali, specialmente legati al canale uditivo, possono causare un serio ritardo dello sviluppo, specialmente per quanto riguarda il linguaggio, l’attenzione e la relazione.
Frequentemente, il bambino non acquisisce la percezione bimodale (usare vista e udito insieme) che solitamente appare all’età di 4,5 mesi: il bambino sente e risponde agli stimoli uditivi soltanto quando non sta guardando qualcosa; per questo sviluppa troppo la visione, si concentra sui particolari e sulle file di giochi, non impara a parlare. Altri disturbi sensoriali lo portano a evitare luoghi rumorosi o la relazione con determinate persone ed a fissarsi su alcuni stimoli percettivi.
Il percorso rieducativo consiste nel riorganizzare la percezione e far ripartire il percorso di sviluppo globale da dove si è interrotto. È possibile arrivare anche alla soluzione del problemi.
Prima si inizia, meglio è!
Sono Matteo Faberi, psicologo,
laureato in Scienze dell'Educazione e Psicologia Clinica e dell'Educazione.
Sono iscritto all'Albo degli Psicologi
della Lombardia al n. 03/14707
È per me importante responsabilizzare i bambini e i ragazzi fin da subito:
quando sono in grado,
sono loro a prendere e disdire gli appuntamenti, non i genitori.