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La luce dopo il tunnel

  • Percorsi psicopedagogici
  • 26/04/2025

Una testimonianza, oltre il tunnel dell’autismo

Sono la mamma di un bambino a cui è stato diagnosticato l’autismo all’età di 3 anni circa. Il bambino non parlava, non faceva giochi complessi e non socializzava con gli altri bambini.  Abbiamo quindi provveduto a farlo certificare, ottenendo la copertura scolastica totale, e a metterlo in lista all’ATS per la logopedia e la psicomotricità. Su suggerimento della neuropsichiatra di riferimento, abbiamo iniziato il percorso classico per l’autismo, ovviamente a nostre spese. Ci siamo rivolti a una cooperativa con operatori specializzati nel metodo ABA e a un’associazione privata per la psicomotricità e la logopedia. Il metodo logopedico usato è stato quello della “comunicazione aumentativa”.

Dopo un anno e mezzo, quando mio figlio aveva quasi 5 anni, ci siamo trovati con un bambino che di fatto pronunciava pochissime parole, non socializzava e non faceva giochi complessi. In più tendeva a essere aggressivo con i coetanei.

Da qui la decisione a rivolgerci al dottor Faberi, di cui avevamo già sentito parlare.

Fin dall’inizio, con i soli esercizi di preparazione per la rieducazione uditiva, vedevamo dei miglioramenti nel bambino, che sono continuati costantemente nel tempo.

Il bambino ha seguito diverse volte la rieducazione uditiva del metodo AIT Berard ed ha seguito costantemente la logopedia con il metodo Drežančić.

Oggi ci ritroviamo un ragazzino di 11 anni con un linguaggio fluente, desideroso di socializzare e con mille idee in testa. A livello scolastico, nonostante l’obbligo del PEI, segue il programma dei compagni di scuola.

All’ultimo controllo la neuropsichiatra ha riscontrato un forte mi-glioramento nel linguaggio e il pensiero bene organizzato.

Rosaria

(Tratto dal libro: Di Pietro L., Faberi M., Ascolto, penso e dico, Edizioni del Rosone, Foggia 2021)

 

 

​Sono Matteo Faberi, psicologo,
laureato in Scienze dell'Educazione e Psicologia Clinica e dell'Educazione.
Sono iscritto all'Albo degli Psicologi
della Lombardia al ​n. 03/14707

 

 

È per me importante responsabilizzare i bambini e i ragazzi fin da subito:

 quando sono in grado,

sono loro a prendere e disdire gli appuntamenti, non i genitori.