Quali bambini devono essere monitorati con attenzione per prevenire disturbi dello sviluppo e dell’apprendimento?
Come si arriva alla condizione che poi viene etichettata nella diagnosi?
Tutti i bambini hanno uno sviluppo ben determinato da tappe fisse, acquisiscono le capacità dello sviluppo globale ad età ben specifiche, scandite dalla matrice fondamentale dello sviluppo.
Ogni bambino che poi arriva solitamente a una diagnosi di disturbo dello sviluppo o dell'apprendimento o dell'attenzione/comportamento o di autismo, già prima presentava dei ritardi e/o delle lacune nelle tappe di sviluppo e negli apprendimenti. Non è detto che tutti quelli che sono in ritardo non recuperino, ma è chiaro che chi poi presenta seri problemi era già in ritardo! Esistono segnali di sospetto, evidenziabili già nei primissimi mesi ed anni di vita.
Un'attenta valutazione è raccomandata in modo particolare ai bambini appartenenti alle seguenti categorie a rischio, che sono il bacino da cui provengono la maggior parte dei problemi:
- prematurità;
- dismaturità (basso peso alla nascita);
- parti gemellari;
- parti distocici (taglio cesareo, ventosa, forcipe);
- crisi convulsive neonatali;
- indice di Apgar <3 al primo minuto, <7 al quinto minuto;
- parti da madri diabetiche;
- parti da madri con gestosi;
- ittero neonatale grave;
- crisi ipocalcemiche o ipoglicemiche con segni neurologici;
- parti con liquido amniotico molto tinto o melmoso;
- neonati con infezioni in atto.
Attenzione allo scarto di prematurità che spesso condanna il bambino a ritardi dello sviluppo!
Esistono segnali comportamentali, osservabili dai genitori, che indicano il bisogno di porre un'attenzione particolare allo sviluppo del bambino:
a) Nei primissimi mesi di vita:
- difficoltà nella suzione;
- tensione e pianto durante il cambio del pannolino;
- pianto disperato durante il bagnetto;
- strabismo accentuato e progressivo;
- scarsa attenzione agli stimoli affettivi;
- scarsa iniziativa psicomotoria (mangia e dorme);
- crisi epilettiche, convulsioni;
- non dorme, di notte è fastidioso, irritato;
- rigidità agli arti;
- tiene sempre il capo da un lato;
- tosse e vomito frequenti e non motivati;
... non è un bambino sereno.
b) Tra i 18 e i 24 mesi:
- non cammina ancora;
- non dice nessuna parola con significato;
- non presta attenzione;
- sempre o a volte non si gira quando lo si chiama;
- non sta mai fermo.
c) Nell'ultimo anno di scuola dell'infanzia:
- fatica a stare attento a una storia, a partecipare a un discorso;
- fatica a tenere in mano il pennarello e a colorare;
- non ha un linguaggio chiaro e sciolto;
- è motoriamente scoordinato;
- presenta problemi comportamentali.
Sono Matteo Faberi, psicologo,
laureato in Scienze dell'Educazione e Psicologia Clinica e dell'Educazione.
Sono iscritto all'Albo degli Psicologi
della Lombardia al n. 03/14707
È per me importante responsabilizzare i bambini e i ragazzi fin da subito:
quando sono in grado,
sono loro a prendere e disdire gli appuntamenti, non i genitori.